

MODESTA COMPAGNIA DELL'ARTE

CARTOLINE DA CASA MIA

Una voce silenziosa dal margine del mondo
"Cartoline da casa mia" è un viaggio delicato e struggente dentro la stanza – e l’anima – di Fosco, un giovane che ha scelto l’isolamento come ultimo gesto d’amore verso sé stesso. Nudo in una scena altrettanto spoglia, Fosco abita un quadrato di luce che lo delimita come un ring o una gabbia: il suo unico spazio d’esistenza, da cui lancia segnali al mondo.
Attraverso la forma desueta della cartolina, Fosco scrive messaggi a chi ha amato, a chi ha lasciato, a chi non ha potuto comprendere. Le sue parole, semplici e profonde, sono grida silenziose che rivelano una solitudine scelta, ma non per questo meno dolorosa.
Un fenomeno reale, una metafora universale
Ispirato al fenomeno giapponese degli Hikikomori – giovani che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per mesi o anni – lo spettacolo porta sulla scena una condizione sempre più presente anche in Italia. Ma Fosco non è solo un caso clinico: è un simbolo, un poeta del silenzio, un testimone della fragilità umana in un tempo che non tollera lentezza, incertezza, diversità.
Uno spazio vuoto, carico di senso
La scenografia essenziale amplifica il vuoto intorno e dentro il protagonista. Ogni gesto, ogni sguardo, ogni pausa ha un peso preciso, come in un rituale. Lo spettatore non è spettatore: è destinatario involontario di queste cartoline alla deriva, testimone muto di un grido che nessuno ha voluto ascoltare.
Per guardare oltre il silenzio
"Cartoline da casa mia" è un invito a riflettere sul significato dell’assenza, sull’esilio interiore, sulla distanza affettiva che la società moderna impone o permette. È un atto teatrale intimo e potente, che scava nel disagio senza pietismo, con dignità e umanità. Perché a volte, scegliere il silenzio è l’ultimo modo per farsi sentire.



Dramma Contemporaneo
di
Antonio Mocciola
con
Bruno Petrosino
produzione
Centro Culturale Mobilità delle Arti
Roma
durata 50 min