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CARTOLINE DA CASA MIA

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"Cartoline da casa mia" sbircia nella stanza in cui si è isolato un ragazzo, Fosco, che ha scelto di non possedere più nulla, se non la voglia di comunicare, attraverso la forma desueta della cartolina, tutta la sua disperata, e dignitosa, solitudine volontaria.
Un disadattato. Così la società liquida un uomo, specie se giovanissimo – e dunque obbligato alla Vita – che decide di isolarsi in una stanza. Per giorni, per mesi, forse per sempre. Il fenomeno, che in Giappone è una vera e propria emergenza, tanto da meritare un nome apposito (Hikikomori), sta arrivando anche in Italia, e coinvolge soprattutto giovani uomini dai 15 al 35 anni.
Fosco, nudo in una scena nuda, circondato da un quadrato di luce nel buio che ne fissa il perimetro d'azione come un ring (o una gabbia), ci comunica il suo disagio, il suo esilio volontario, scrivendo cartoline ai suoi ex affetti, da cui ha divorziato. Fosco ci parla dal nulla, e nel nulla rientrerà. I suoi appelli cadono nel vuoto. Gesti d'amore che non abbiamo capito, o voluto capire, e che resteranno messaggi eternamente imbottigliati: pensieri alla
deriva.

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Dramma Contemporaneo

di

Antonio Mocciola

con

Bruno Petrosino

produzione

Centro Culturale Mobilità delle Arti

Roma

durata 50 min

V.M. 16 anni

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