

MODESTA COMPAGNIA DELL'ARTE

MANOLÌN

Un ragazzo cresciuto nell’ombra del mare
"Manolìn" è un atto teatrale intimo e sommesso, un flusso di coscienza che prende forma nella lunga notte di un uomo che non riesce a dire addio. Manolìn è il ragazzo che, nel romanzo di Hemingway, accompagnava il vecchio Santiago a pescare. Lo ritroviamo adulto, nella stanza accanto a quella del suo maestro, ora malato e fragile. Il tempo è passato, ma qualcosa è rimasto sospeso: un debito d’amore, una promessa silenziosa, una scelta mai compiuta fino in fondo.
Il loro legame si è trasformato. Dove prima c’era guida, ora c’è cura. Manolìn veglia Santiago senza parlare, e mentre il vecchio dorme – o forse si spegne – il giovane uomo si apre in un monologo teso e delicato, fatto di ricordi, tenerezze, rabbia, e domande che non hanno mai trovato risposta. È un dialogo a una sola voce, ma popolato di presenze: il mare, la barca, i pesci, le albe di Cojimar. E, sopra ogni cosa, quell’uomo che gli ha insegnato a stare al mondo.
Un omaggio silenzioso, una storia che ricomincia
Manolìn è ispirato a Hemingway, ma vive di luce propria. Non è una continuazione, ma una riscrittura emotiva, umana, necessaria. È il tentativo di comprendere cosa resta dopo la fine di una storia, quando l’epica lascia spazio alla fragilità, quando l’eroe invecchia e chi ha imparato da lui deve decidere se restare, oppure andare.
La scena è spoglia, aperta all’ascolto. La musica – composta ed eseguita dal vivo con chitarra e organetto – accompagna il racconto, traduce in suono ciò che la parola non riesce a dire. Ogni nota è una carezza o una ferita. Ogni silenzio, un abisso.
Un testimone, un passaggio, una fedeltà che resiste
In un tempo che celebra la velocità e dimentica l’attesa, Manolìn è un atto di resistenza emotiva. Un racconto sul prendersi cura, sul rimanere fedeli, sull’accettare che crescere non significa dimenticare chi ci ha fatto diventare ciò che siamo.
È uno spettacolo sulla memoria che non si spegne, sull’eredità invisibile che ci portiamo dentro, sulla necessità di restare quando tutto intorno invita ad andare. Perché a volte, la cosa più difficile non è lasciar andare. Ma restare.



Teatro e musica
di
Michele Pirani
regia
Michele Pirani
con
Michele Pirani
musiche dal vivo
M°Francesco Paolino
produzione
Astrifiammante
Bologna
durata
60 min